Archive for the 'Cinema' Category

23
Mag
09

Fantasmi dai colli lunghi

Non so perchè, ma quello che più mi rimase impresso dopo la visione di “The Grudge” fu quanto fosse buffo ed inquietante il mostro con il collo gommosamente e smodatamente lungo. Forse troppi cartoni animati giapponesi nella mia infanzia, ma non posso negare che la pellicola m’impressionò molto positivamente. E anche qua dovrei ritagliarmi un paio d’orette per vedermi l’originale nipponico, quel Ju-On di cui fratello Zonatar dice un gran bene.

Ma perchè parlare di un film vecchio di anni se non in concomitanza della sua trasposizione videoludica?

Il gioco è in sviluppo nientepopòdimenoche per Nintendo Wii. Dopo la simulazione di ragazza Pòn Pòn, quella di giardinaggio e di cucina, un bell’horror fatto bene ci voleva proprio.

Confidando in un buon sistma di controllo (chi l’ha provato canta le lodi di una torcia elettrica realistica e ben gestita tramite Wiimote) non possiamo che incrociare le dita sulla storia e sulla resa artistica finale. Anche considerando il coinvolgimento del regista della pellicola originale (quella giapponese).

Di seguito, la dura educazione dei pargoli giapponesi, costretti dai padri a spaventi immotivati quando ancora in tenera età:

22
Mag
09

Piccoli, vampiri e pure evirati

Cronaca di un sabato sera noioso ed incolore, a cui è stata aggiunta ancora più noia ed ancor meno colore.

Il non-colore è il bianco di tanta, troppa neve. La noia quella del ritmo cinematrografico degli svedesi. Il pretesto il noleggio di un film di cui tutti e tre (fratello Zonatar, cognata Skarza e me medesimo) avevamo sentito parlare un gran bene: “Lasciami Entrare” di un certo tal Tomas Alfredson. (Ah, e il sabato sera è quello scorso, nel caso qualcuno se lo stesse chiedendo).

Se il trailer vi ha in qualche modo incuriosito/stuzzicato, ebbene, sappiate che come troppo spesso accade, mostra praticamente le uniche scene interessanti del film. Un minuto e trenta secondi contro una durata di quasi due ore. I restanti centottanta minuti e mezzo di film son fatti di campi lunghi, inquadrature sulla neve e interminabili silenzi, rotti soltanto dal commento di fratello Zonatar: “Boia, però bella la colonna sonora!”.

La storia è invero alquanto intrigante: un ragazzino di dodici anni, emarginato e problematico si innamora della nuova vicina, anch’essa dodicenne, che, guardacaso è un vampiro. Un amore fragile, infantile e disturbato, ricambiato da un essere “diverso” che sembra altrettanto ingenuo, nonostante sia costretto ad uccidere per vivere.

Il tutto è rovinato da una recitazione imbarazzante (il biondo protagonista ha l’espressività delle ciabatte della mia povera nonna) e da una regia che cerca di essere evocativa e romantica, ma riesce solo ad esasperare lo spettatore.

E’ pur vero che nonostane la stroncatura sia stata unanime, tutti e tre noi spettatori siamo andati subito a cercare maggiori informazioni.

Forse leggerò il libro che ha ispirato il tutto. A quanto dicono è in parte autobiografico e racconta (mi auguro con maggiore verve) di sopprusi ed emarginazione e di un infanzia difficile ed incompresa, che si rispecchia nella figura di un vampiro giovane solo in apparenza e anch’esso abusato.

E che i molti estimatori della pellicola mi perdonino, ma in questo film non ho visto davvero nulla di speciale, solo tanta tanta noia. Nella speranza che il prossimo remake americano renda giustizia alla trama ed ai suoi protagonista (ma è più facile che i miei gatti abbaino, lo ammetto), lascio il link al sito ufficiale e alla pagina di wikipedia.

P.S. Nel film è solo accennato, ma leggo in giro che la vampirA è in realtà un vampirO, evirato in giovanissima età. Da qui il titolo del post. Oddio, più che solo accennato, questo particolare nel film è praticamente incomprensibile. Se non fosse stato per l’acuto spirito d’osservazione di cognata Skarza ed i suoi studi in medicina, nessuno avrebbe notato un “dettaglio” che allude ad una sessualità un pò tanto (troppo) ambigua. E comunque lei/lui a più riprese domanda al protagonista se gli piacerebbe lo stesso se non fosse una ragazza, quindi il caso può dirsi chiuso.

20
Mag
09

La fine di Jar Jar Binx

Ok, adesso non abituiamoci male: tre post in meno di 24 ore sono quasi troppi. Ma non potevo esimermi dal condividere questo particolare, in cui mi sono imbattuto giocando a “Star Wars: il potere della forza” (adattamento davvero risibile del ben più enfatico “Star Wars: the force unleashed”):

Siamo di ritorno su Kashyyk, pianeta natale degli Wookie, ed esploriamo le stanze private del neo insediato governatore, patito della caccia. E là, in bella mostra tra tanti trofei di un bestiario più o meno conosciuto, chi troviamo? Ma il “caro” Jar Jar, intrappolato nella carbonite. Brutta fine per un Senatore.

Verrebbe da dire che è una vergogna fargli condividere la sorte di Han Solo.

E chi ti tirerà fuori da lì adesso, caro Jar Jar? Forse Obi Wan? O la senatrice Padmè? O il tuo vecchio amico Ani? Magari arriva direttamente George Lucas da una galassia lontana lontana. “Mì non pensa mucho”, Jar Jar.

Nota sul gioco:
ripetitivo, graficamente altalenante, scimmiotta senza risultato il gameplay di God of War con un sistema di Quick Time Event addirittura imbarazzante. Non parliamo degli scontri con i boss di fine livello. Arbitrari e del tutto incolore.

Un titolo che non ha saputo soddisfare le aspettative, altissime, create ad arte al suo lancio. Nè dal punto di vista tecnico, tantomeno da quello del gameplay. Un vero passo falso per Lucasarts. Nonostante uno sforzo produttivo che trasuda da tanti, troppi dettagli.

Eppure. Una delle storie più belle raccontate dell’universo di Star Wars. Tolti film e libri (e comunque è al di sopra di alcuni, fra questi), e volendo considerare solo i videogiochi, è secondo per trama solo a KotOR e Dark Forces. E scusate se è poco. Epico e coinvolgente.  Rimescola molte carte in tavola e scopre lati inediti di alcuni dei protagonisti (e comprimari più amati).

L’ho divorato (è molto corto in verità) in nemmeno due giorni. Lo consiglio caldamente ad ogni appassionato della saga, a patto di non buttarci sopra più di 20 eurozzi. E del resto, la stagione è matura per un usato.

Di seguito, videorecensione da Gametrailers (con cui non sono proprio d’accordissimo):

P.S. guarda mamma: ho finito un gioco!

06
Lug
08

L’urlo di Wilhelm terrorizza l’occidente

Ah, la vecchia e sana pratica di riciclare. Abbatte i costi, dimezza i tempi e, soprattutto crea dei miti senza tempo. Come il succitato urletto di Wilhelm, apparso in decine e decine di film e di videogiochi.

Oddio, avrei da discutere sulla sua virilità (o su quella di chi nel ’51 produsse per la prima volta quello che definirei “verso di checca isterica”), fatto sta però che tale è stato il suo abuso che oramai viene inserito in un film più come un cameo o come chicca per appassionati che per la sua effettiva ‘bontà sonora’.

Ecco qui la lista completa dei 53 videogiochi che lo utilizzano:

  1. Ant City
  2. Army Of Two
  3. Battlefield 2: Modern Combat
  4. Call of Duty 2
  5. Command and Conquer 3: Tiberium Wars
  6. Dirk Valetine and the Fortress of Steam
  7. Dungeon Keeper
  8. Eragon
  9. Grand Theft Auto IV
  10. Grand Theft Auto:San Andreas
  11. God of War
  12. God of War 2
  13. Halo 3
  14. Half Life 2
  15. Hellgate: London
  16. Highlander
  17. Iron Man
  18. James Bond 007: Everything or Nothing
  19. John Woo Presents Stranglehold
  20. King Kong
  21. Lair
  22. Legendary
  23. Lego Star Wars: The Video Game
  24. Lego Star Wars 2
  25. Lego Indiana Jones: The Original Adventures
  26. Lost Planet
  27. Mass Effect
  28. Max Payne 2
  29. MechWarrior 3
  30. Medal of Honor: Pacific Assault
  31. Mercenaries: Playground of Destruction
  32. Metal Gear Solid 4
  33. Metal Slug
  34. Neverwinter Nights II
  35. Pirates of the Burning Sea
  36. Psychonauts
  37. Ratchet and Clank Series
  38. Rainbow Six Vegas 2
  39. Scarface: The World Is Yours
  40. Star Wars: Battlefront II
  41. Star Wars: Bounty Hunter
  42. Star Wars: Dark Forces
  43. Star Wars: Episode III Revenge of the Sith
  44. Star Wars: Republic Commando (Clone Trooper is shot)
  45. Star Wars: Rogue Squadron III: Rebel Strike
  46. Star Wars: Shadows of the Empire
  47. Star Wars: The Force Unleashed
  48. Team Fortress 2
  49. The Grim Adventures of Billy & Mandy
  50. The Lord of the Rings: The Return of the King
  51. TimeSplitters 2
  52. Tom Clancy’s Ghost Recon Advanced Warfighter
  53. Twisted Metal 2: World Tour

Alla faccia del clichè…

31
Mag
08

Il gioco delle carriere

Mi vien fatto di pensare che questo mio spazio, nato per parlare senz’altro di me, ma soprattutto della mia passione principale (il videogioco), stia diventando una monotematica carrellata delle mie disavventure nello svolgimento del mio stage. Nulla di male. Dopotutto, statistiche alla mano, i post che vengono più letti e commentati sono quelli che raccontano di me e della mia situazione, e del resto, non si può negare che la mia vita recente possa essere un filo influenzata dalla permanenza in un ufficio per nove delle mie sedici ore di veglia.

Ma questo è decisamente un altro discorso.

Ci sono stati due eventi che le sinossi del mio cervelletto hanno messo stranamente in relazione tra loro, probabilmente aiutate dal fil rouge della mia volontà (o non volontà) di essere impiegato come “assistant buyer” una volta terminato il periodo di stage.

Il primo è stato vedere Fratello Zonatar che proponeva a Skarza, una partita al Gioco delle Carriere. Come ha diligentemente spiegato il mio germano alla fidanzata, trattasi di un gioco da tavolo (o di società) che abbiamo ereditato da Babbo Orso Saggio, in cui si poteva scegliere di intraprendere varie carriere (ricordo l’astronauta, l’universitario e… poco altro), al fine di raggiungere il giusto bilanciamento tra fama, denaro e felicità che ciascun giocatore (segretamente) s’imponeva ad inizio partita.

Il secondo evento è stato ascoltare Fiorello e Baldini spalare merda (cavalcando l’onda) su GTA IV, videogioco ovviamente controverso, ma che il dinamico duo ha dimostrato di non conoscere affatto. Ma non sono tanto le inesattezze riportate (il fatto che si debbano commettere stupri o commettere crimini per “fare punti”), o la visione quantomeno qualunquista dell’intero fenomeno “videogioco” o dello specifico titolo Rockstar ad avermi colpito. Piuttosto mi ha fatto riflettere la frase “..non stiamo certo aiutando i nostri ragazzi..”. Quasi che, giocando al videogioco un ragazzino sia destinato a diventare uno spacciatore. Non commento poi l’uscita dei due showman al rating del titolo, vietato ai minori di 18 anni: secondo Fiorello e Baldini sarebbe quasi un invito a delinquere una volta superata quest’età.

Voglio aprire una parentesi, però , prima di continuare sulla mia riflessione sulle carriere. Pur non condividendolo, rispetto il pensiero espresso nel corso di Viva Radio 2.
Mi sorge però spontanea una domanda: cosa pensa Fiorello di un film come “Scarface”, o il “Padrino”? Due classici del cinema, vere pietre miliari, ma decisamente violenti e politicamente scorretti. Si potrebbe addirittura dire che abbiano ispirato in larga parte il videogioco tanto criticato. Allora perchè non chiedere anche per queste due pellicole il bando? In fondo, proibirne la visione ai minori di 18 anni non sarebbe altro che un invito a comportarsi come nel film solo una volta compiuta la maggiore età.

Finita la parentesi, torniamo al gioco delle carriere. O meglio, all’influenza che i videogiochi hanno avuto nella (non) scelta della mia carriera. In 22 anni di onorato servizio videoludico, ho salvato pianeti, guidato auto, fatto l’astronauta, l’idraulico, il sindaco, lo stratega, l’ingegnere, l’atleta, l’allenatore, il soldato e molto, molto altro ancora. Diavolo, sono persino stato una pallina gialla tutta bocca che si faceva di anabolizzanti.

Eppure, alla fine non sono diventato un pilota, nè ho mai voluto essere un soldato. Il pensiero poi di una vita criminosa non mi ha neppure sfiorato (ed ho abbandonato da molto l’idea di sottopormi a lunghi ed invasivi interventi di chirurgia plastica per diventare simile a Pac Man). E allora? Qual’è la reale influenza dei videogiochi su di una persona che di videogiochi ha vissuto?

Forse l’unica influenza è quella di vivere con maggior forza le proprie fantasie, rischiando alle volte di rimanenrci imprigionati.

P.S. e tanto per la cronaca: da piccolo volevo fare l’archeologo; da grandicello l’avvocato; da universitario il giornalista; adesso non ne ho la più pallida idea.

P.P.S. di casi di violenza ispirata ai videogiochi, ce ne sono a bizzeffe. Potrei scriverci un libro sopra. Ma, un pò come il ragazzo che si avvolse in un mantello rosso e poi si buttò dalla finestra pensando di poter volare come Super Man, il problema non va cercato nei giochi dei bambini, ma nella colpevole assenza degli adulti nel tempo libero dei propri figli.

P.P.P.S. non voglio diventare la persona perfetta (in realtà sì, ma non ditelo in giro), ma solo pochi giorni fa pensavo che i primi film targati Walt Dinsey che vorrò far vedere ad un possibile figlio saranno Fantasia e Fantasia 2000. E che Dio mi fulmini se penso che siano pellicole che un bambino di 3 anni possa tranquillamente guardare da solo, senza un genitore accanto che gli spieghi cosa stia succedendo sullo schermo.